La guida al mondo offshore
Le norme sulle ZF, con l’unificazione del territorio doganale comunitario, sono contenute nel Codice Doganale Comunitario Aggiornato agli artt. 155-161.
Quando si parla di Zona Franca, però, si fa riferimento ad una serie di entità economiche, ognuna caratterizzata da peculiarità proprie e da denominazioni che variano a seconda del paese in cui vengono introdotte. Infatti si riconducono sotto tale terminologia molti fenomeni economici come: i Porti Franchi (PF), Export Processing Zones (EPZ), Foreign Trade Zone (FTZ), Zone Economiche Speciali (ZES) ecc.
E’ comunque possibile classificare queste esperienze in 2 grandi categorie:
Da questa classificazione è facile intuire come ad esempio i Porti Franchi facciano parte della prima categoria, mentre le Export Processing Zones della seconda.
La ZF può essere considerata come uno strumento che consente di “stimolare” l’economia di un paese. Per comprenderne la portata si può, ad esempio, considerare l’esperienza della città di Shenzhen, città sub-provinciale di Guangdong in Cina, che grazie all’introduzione di una delle prime ZES cinesi si è trasformata da un piccolo villaggio di pescatori ad uno dei più importanti motori dell’economia cinese in cui hanno sede molte delle più importanti multinazionali.
Se invece consideriamo le esperienze di Zone Franche in Italia bisogna menzionare Livigno, provincia di Sondrio in Lombardia, dove ancora oggi vige l’esenzione dal pagamento dell’IVA . Nel passato, invece, molto importante fu l’istituzione del Porto Franco di Genova che contribuì a farne uno dei più importanti porti d’Europa.
I vantaggi offerti dallo sviluppo di una ZF sono:
Gli svantaggi causati dall’introduzione di una ZF sono:
In definitiva, se correttamente gestita, l’introduzione di una Zona Franca può sicuramente rappresentare una forma molto importante di stimolo per l’economia del paese.
Vedi anche le Zone Franche Urbane