La guida al mondo offshore
Capitale | Washington |
Lingua | Inglese |
Moneta | Dollaro americano |
Forma Istituzionale | Repubblica federale presidenziale |
Imposte principali |
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Un sistema complesso quindi, nel quale però non viene meno un minimo di chiarezza che facilita nell’orientamento, senza tuttavia non eliminare completamente quel substrato di incertezza che consente di muoversi anche al di fuori di alcuni schemi.
Il principio per la tassazione è quello del world-wide income per i residenti, per cui i loro redditi vengono sottoposti ad imposizione fiscale indipendentemente da dove vengono prodotti (vedi anche Come pagare meno tasse). I soggetti non residenti vedono tassati invece solo quelli che sono prodotti sul territorio degli Stati Uniti. Per la residenza vale il ‘principio della permanenza’ di 183 giorni, la cittadinanza americana e la green card.
Per le persone fisiche le imposte variano a seconda del tipo di impiego, abbastanza in linea con quanto avviene in Italia. Le aliquote variano a seconda dello scaglione nel quale si rientra, partendo da un minimo del 10% ad un massimo del 39,6%, ma viene adottano un sistema misto, che sfrutta sia l’aliquota progressiva che un’ imposta fissa collegata ai differenti scaglioni (con la sola eccezione di quella del 10% che vale per coloro che non superano i 9.075 dollari Usa di reddito).
L’imposta sui dividendi prevede un’aliquota ordinaria al 15%, ma non mancano eccezioni (in parte dovute anche al sistema di detrazioni e di deduzioni), fino alla possibilità di usufruire di aliquote ridotte.
Gli stessi principi applicati ai redditi per le persone fisiche disciplinano anche la sfera dei redditi prodotti dalle persone giuridiche: world-wide (quindi tassazione dei proventi ovunque prodotti) e scaglioni con aliquote progressive. Anche in questo caso viene in realtà adottato un sistema misto, composto da una base fissa a una progressiva.
Quella più bassa, per i redditi societari fino a 50 mila dollari è del 15%, poi si sale al 25%, al 34%, quindi al 39%, di nuovo al 34% ma con base fissa più elevata, al 38% e infine al 35%. Può sorprendere che nel mezzo ci siano aliquote che superano l’aliquota massima, ma sono state tarate, in funzione della componente fissa, così da rendere il peso fiscale più equo.
C’è da sottolineare che tanto per le persone fisiche, quanto per le società, queste aliquote rappresentano la parte delle imposte principali, alle quali vanno aggiunte (in alcuni casi sostituite) le imposte di tipo federale o locale.
Da un punto di vista federale e centrale non c’è l’imposta sul valore aggiunto. Esiste però a livello locale, con aliquote quindi molto differenti da zona a zona (generalmente a livello municipale) con un range che va dal 2,7% all’8,25%.
Il peso politico degli Usa ha permesso a questo Stato di spingere per accordi e convenzioni con numerosi Stati nel mondo, con un ruolo predominante e molto spesso da vero precursore (vedi anche Come trasferire soldi all’estero legalmente). Con l’Italia i primi accordi contro la doppia imposizione risalgono all’84, in parte modificata e integrata con un nuovo accordo raggiunto nel 2009.