La guida al mondo offshore
Capitale | Karthum |
Lingua | Inglese, arabo |
Moneta | Sterlina sudanese |
Forma Istituzionale | Repubblica presidenziale |
Imposte principali |
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Nonostante il Sudan sia uno Stato dotato di repubblica presidenziale, ma di stampo federale, non c’è confusione sulle leggi in materia fiscale, che sono chiare ed anche caratterizzate da essenzialità. Infatti per i non residenti, i soli redditi prodotti sul suo territorio vengono sottoposti alla tassazione locale che, nel caso di quelli percepiti dalle persone fisiche, prevede una aliquota del 15% per i redditi più elevati, una del 10% per quelli fino a 5 mila sterline sudanesi ma superiori a 300, al di sotto della quale cifre c’è esenzione. Per plusvalenze e dividendi c’è l’applicazione dell’imposta di bollo, nella misura dell’1%, e nessuna ritenuta alla fonte.
Pur rimanendo valido il principio della territorialità per le società non residenti, per quelle residenti invece sono tassati tutti i redditi ovunque prodotti. Inoltre la tassazione avviene su un sistema a scaglioni che non è legato a soglie di reddito (vedi anche Tracciabilità dei pagamenti), ma al tipo di attività svolta, con l’esenzione per quelle agricole e la massima aliquota per le attività collegate ai prodotti petroliferi. Aliquote agevolate sono previste (pari al 10%) per attività manifatturiera od immobiliare, e (al 15%) per servizi di distribuzione o attività di servizi al commercio o mineraria, mentre l’aliquota sale nel caso di attività bancarie e comunicazione (al 30%).
Esiste un dazio sulle importazioni pari al 2% sui beni di prima necessità, che sale al 4% per tutti gli altri beni, ad eccezione dei veicoli sui quali l’aliquota sale al 6%.
Il Sudan ha stipulato numerosi accordi, molti dei quali con Paesi africani. Per quanto riguarda la situazione italiana, non figura nell’elenco dei Paesi in Black List.