La guida al mondo offshore
Capitale | San Juan |
Lingua | Spagnolo, inglese |
Moneta | Dollaro Usa |
Forma Istituzionale | Congresso Usa in Commowealth |
Imposte principali |
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Anche in questo Paese la crisi ha spinto verso l’introduzione dell’imposta sul valore aggiunto, fino ad ora del tutto assente. La tassazione dei redditi di persone fisiche segue il regime applicato negli Usa. Tuttavia i redditi realizzati con attività esclusivamente nel territorio dello Stato di Porto Rico possono essere sottoposti al solo regime fiscale locale, che è più leggero rispetto a quello federale. La riforma prevede una riorganizzazione degli scaglioni, che porterebbe le aliquote pari a 0% sotto 40 mila dollari di reddito (fino ad ora fino al 14%), fino a 125 mila euro 15% (fino ad ora 33%), fino a 200 mila euro 20% e oltre 30%. Senza l’avvio della riforma le aliquote sono invece abbastanza in linea con quelle Usa.
Le plusvalenze da dividendi o similari sono sottoposti ad aliquota forfettaria del 15% e non concorrono a formare la base imponibile. Questa è data dalla differenza tra costi e ricavi collegati all’attività svolta (sottoposti ad aliquota ordinaria del 20%). Dai 25 mila ai 75 mila dollari di imponibile si applica una sovrattassa pari al 5%, che sale a scaglioni, fino ad arrivare al 19% per quelli superiori ai 275 mila euro.
Ci sono differenti dazi, con l’applicazione di un sistema variabile e poco chiaro. Dal 1° gennaio 2016 dovrebbe entrare in vigore l’introduzione dell’Iva con aliquota del 16%.
Puerto Rico non ha firmato accordi bilaterali, o di altro tipo (vedi anche Come evitare la doppia tassazione). Non ha accordi nemmeno con gli Usa, considerando i capitali, redditi, ecc, provenienti dagli Stati Uniti come di provenienza estera a tutti gli effetti.