Costituire una società in Portogallo: vantaggi e svantaggi della tassazione

A differenza della maggior parte dei Paesi europei, il Portogallo prosegue su un approccio legislativo e fiscale, soprattutto dal punto di vista decisionale, di tipo fortemente centralizzato. Non sono previste regioni (le sole a fare da eccezione sono Azzorre e Madeira), ma autarchie locali, che consentono ai comuni di poter introdurre le tasse locali aggiuntive all’imposta centrale, per poter reperire fondi necessari.

Capitale Lisbona
Lingua Portoghese
Moneta Euro
Forma Istituzionale Repubblica parlamentare
Imposte principali
  • Per le persone fisiche dal 14,5% al 48%
  • Per le società 17% o 21% più addizionale locale

Tassazione in Portogallo

Per i soggetti residenti si applica un sistema a scaglioni, che va da un minimo di 14,5% (per importi inferiori a 7 mila euro) fino ad un massimo del 48% per importi che eccedono gli 80 mila euro. Per le Azzorre e Madeira è prevista una tassazione agevolata con aliquote ridotte. Per i non residenti invece l’aliquota ordinaria è del 25%. Vanno comunque aggiunte le già citate aliquote locali (che sono in genere comprese tra l’1% e l’1,5%), e le varie aliquote applicate alla fonte o su proventi di natura differente dall’attività lavorativa, come le plusvalenze da immobili (aliquota ordinaria del 10% con possibilità di esenzione) o da dividendi, interessi e royalties (15% o 28% a seconda del tipo e dell’esistenza di accordi internazionali).

Imposta reddito di società

L’imposta sul reddito di società è la IRC, che prevede agevolazioni per le piccole società o imprese (vedi anche Partita iva comunitaria). L’aliquota applicata è la stessa sia per le società residenti che non, ed è fissata dal 2015 al 21%, mentre per i primi 15 mila euro di utili si applica l’aliquota ridotta del 17%. A questa si aggiunge una tassa ‘addizionale’, che è:

  • del 3% se il reddito imponibile supera 1,5 milioni di euro ma rimane al di sotto dei 7,5 milioni;
  • del 5% se si superano i 7,5 ma non si va oltre i 35 milioni;
  • del 7% oltre la soglia dei 35 milioni di euro.

Imposta sul valore aggiunto

Ci sono tre aliquote ai fini Iva: quella ordinaria che è stata portata al 23%; quella intermedia che è pari al 13% (applicabile soprattutto al settore della ristorazione e agricolo); e quella ridotta che è pari al 6% (ad esempio applicata ai beni di prima necessità).

Accordi Internazionali

E’ presente una convenzione contro la doppia tassazione operativa dal 1983 .