La guida al mondo offshore
La differenza risiede nella individuazione del soggetto che deve farsi carico delle spese di trasporto, ovvero: nell’ipotesi di porto franco le spese di trasporto sono a carico del venditore. Nel caso invece di porto assegnato è il destinatario che deve pagare le spese di spedizione. Detto ciò, nel suo significato originario, il termine ‘porto franco’ si riferiva principalmente alle merci che nel trasporto internazionale non venivano sottoposte a controlli, pagamento del dazio e delle imposte alla dogana, e che quindi venivano fatte transitare in una zona preposta (estranea alla dogana come il porto di Gibilterra o l’aereoporto dell’ Isola di Man) denominata “punto franco” (ora indicato con il termine di zona franca).
Laddove è riportata la dicitura di “franco” si vuole intendere “libero od esente”. Quindi ogni volta che su un acquisto viene usato il termine porto franco (o franco “stazione, trasporto, ecc”), significa semplicemente che l’acquirente/destinatario non paga altro che il prezzo pattuito, mentre le altre spese sono a carico del venditore/mittente. ‘Esenzione’ eventualmente rivolta anche all’aspetto fiscale o tributario (anche se in questo caso è preferibile, oltre che più chiaro, utilizzare il già citato termine di zona franca).
Altri termini usati abbastanza di corrente che usano il termine ‘porto’ sono:
Invece per quanto riguarda l’estensione del concetto e degli obblighi collegati al porto assegnato, si usa ad esempio molto spesso il termine di consegna “franca magazzino” (soprattutto nel caso di acquisti fatti online nelle grandi catene di negozi dotati di e-commerce): in questo modo si intende che il compratore si impegna a prelevare la merce nel magazzino del venditore, facendosi così carico delle eventuali spese di spedizione.