Investimenti postali: opinioni ed alternative

Gli investimenti postali più noti e più amati sono quelli che venivano chiamati in modo familiare “buoni postali”.Sfortunatamente i rendimenti elevati (offerti fino al 1986) non esistono più , se non nell’immaginario di chi ne ha beneficiato fino a qualche decennio fa. Questi non vanno confusi con quelli attuali denominati in modo più “tecnico” Buoni Fruttiferi Postali Ordinari (che consistono in sostanza nella stessa cosa e vengono usati soprattutto per i bambini) ma che non possono rendere allo stesso modo.

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Se da una parte i rendimenti si sono sgonfiati in modo fin troppo evidente, di contro costituiscono ancora oggi un tipo di investimento sicuro (vista la loro emissione da parte della cassa depositi e prelievi).

Ma per chi desidera qualcosa di diverso, meno “immobile” e magari più capace di seguire le finanze (e le possibilità di risparmio) degli interessati, le Poste Italiane sono in grado di proporre delle alternative realmente appetibili al mercato delle banche?

Investire in fondi comuni: conviene?

E’ innanzitutto da sottolineare come Bancoposta non sia una banca, anche se i più la confondono con i normali istituti di credito. Ciò non toglie che la gamma di prodotti offerti è, via via, diventata sempre più completa, grazie all’ingresso di vari fondi comuni di investimento, polizze unit o index linked, piani di accumulo, ecc.

C’è inoltre da fare un’ulteriore considerazione, legata al fatto che dietro a BancoPosta c’è la Cassa depositi e Prestiti. Questa ‘presenza’ potrebbe infatti spingere a considerare le alternative di investimento proposte valide a prescindere, in un’ottica allo stesso tempo sbagliata e rischiosa.

Il problema infatti nasce da due situazioni: da una parte il già citato atteggiamento passivo in quanto i prodotti sono considerati ‘buoni’ senza avere un piglio giustamente critico; dall’altra non si va a considerare con attenzione il valore e le capacità dei gestori dei fondi, sul cui operato vanno fatte delle valutazioni, al pari di quelle che si tende a fare con i prodotti finanziari proposti dalle banche (non su singolo anno, ad esempio sul 2014 per il 2015, ma su periodi nettamente più lunghi) (vedi anche Come investire oggi ).

Tipi di alternative di investimento

Oltre alle soluzioni più note (come libretti e buoni postali che continuano ad essere i ‘cavalli di battaglia’ di Poste Italiane nella raccolta del risparmio) troviamo:

  • fondi comuni di investimento (con o senza cedola, da quelli monetari, a quelli obbligazionari, bilanciati o azionari);
  • fondi immobiliari;
  • polizze assicurative (sia con piani di accumulo, che index linked);
  • piani pensione;
  • certificates;
  • obbligazioni.

Conclusioni

E’ impossibile determinare sulla carta (ed a priori) l’investimento migliore in senso assoluto, perché si tradisce il primo principio base per investire e cioè: si deve partire sempre dalle proprie capacità e necessità d’investimento, e guardare laddove queste possono essere soddisfatte senza pregiudizi e preconcetti (vedi anche Investire all’estero ).