La guida al mondo offshore
Capitale | Tokyo |
Lingua | Giapponese |
Moneta | Yen |
Forma Istituzionale | Monarchia costituzionale |
Imposte principali |
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Tuttavia, a causa del prolungarsi degli effetti negativi della crisi sull’economia, nel 2012 ha introdotto una serie di nuovi incentivi, atti a stimolare alcuni settori in particolare, e a ridare una spinta agli investimenti e alle assunzioni.
L’imposizione fiscale varia in funzione della categoria in cui si rientra e cioè:
Solo i primi due ‘gruppi’ possono godere del sistema di incentivi, deduzioni e detrazioni o altre agevolazioni previste, e i loro redditi sono tassati ovunque prodotti. Il sistema fiscale è misto, e prevede l’applicazione di un’aliquota progressiva, secondo lo scaglione di appartenenza, più una somma fissa crescente (che varia sempre a seconda dello scaglione). Le aliquote per i residenti vanno dal 5% (l’unico scaglione che sconta solo l’aliquota progressiva ma non ha alcun importo fisso in aggiunta) al 45%. Per i non residenti invece è unica, pari a 20,42%. Per i proventi da capital gain l’aliquota è al 20,315% per i residenti, mentre per i non residenti si applicano le aliquote previste nei trattati internazionali.
Anche per i redditi prodotti dalle società giuridiche vale il principio legato alla ‘residenza’ (vedi anche Trust offshore). In quest’ottica è possibile suddividerle in società di diritto giapponese (considerate residenti) e società non residenti (queste ultimi sono tassate solo per i proventi prodotti sul territorio). Ci sono solo due aliquote: per il capitale maggiore dei 100.000.000 yen, l’aliquota è del 25,5%; invece per quelli inferiori si ha l’aliquota al 15% per redditi fino a 8.000.000, poi per l’eccedenza si ha l’applicazione dell’aliquota al 25,5%. L’aliquota del 25,5% per il 2015 e il 2016 è ridotta al 23,9%. Per le corporation c’è in più la corporate tax, che prevede l’aggiunta del 4,4%. I dividendi sono tassati al 20%, anche se in determinati casi specifici l’aliquota è ridotta al 15%. Di contro dal 2013 fino al 2037 per i proventi da dividendi, interessi, ecc, è prevista l’applicazione di una sovrattassa che è fissata al 2,1%.
Si parla in realtà di imposta sui consumi, con un funzionamento simile all’iva. Ci sono numerosi beni e servizi esenti, mentre l’aliquota ordinaria è passata dall’8% al 10%.
Per gli accordi contro la doppia tassazione le date importanti, per quanto riguarda l’Italia risalgono al 1972 e al 1982 quando sono state apportate delle modifiche e delle aggiunte.