Investire in Corea del Nord: più svantaggi o vantaggi?

Le difficoltà che sconta l’economia della Corea del Nord, sono da ricondurre alle scelte portate avanti dal regime imposto dalla dittatura. Infatti nonostante si tratti di un territorio ricco di materiali, molti dei quali sono estrattivi, la mancanza interna di infrastrutture e la scarsità della produzione energetica, rendono il processo complesso se non addirittura impossibile.

Capitale Pyongyang
Lingua Coreano
Moneta Won nordcoreano
Forma Istituzionale dittatura
Imposte principali
  • Persone fisiche: dal 4 al 20%
  • Società: 10 o 14%

Per superare questi ostacoli sono stati effettuati dei trattati con la Corea del Sud al fine di utilizzarne le risorse ed il know how a beneficio anche della Corea del Nord, che hanno funzionato fino al 2008 quando i rapporti si sono deteriorati in modo quasi irreparabile.

Dopo la morte del dittatore Kim Jong-il si è tornati a sperare in un cambio di passo dal punto di vista diplomatico ed economico, ma la direzione intrapresa dal figlio Kim Jong-un ha portato via ogni speranza in questa direzione. Non solo, ad oggi, la maggiore spinta sulla sfera produttiva va nella direzione della produzione di prodotti militari e chimici (per lo più bellici) per i quali vengono destinate ingenti risorse.

Ciò che continua a rendere appetibile la Corea del Nord sono: basso costo della mano d’opera e basse tasse per le aziende produttrici. Tuttavia rimangono i grandi limiti infrastrutturali e la scarsa libertà degli abitanti (vedi anche Guida al miglior investimento).

Tassazione in Corea del Nord

Il lavoro dipendente è sottoposto ad aliquote a scaglioni che vanno dal 4% al 20%, con un sistema di esenzione ad esempio per gli interessi bancari e il pagamento delle assicurazioni. All’imposta statale vanno però aggiunte quelle locali, quelle di proprietà (su immobili, auto, ecc), e quelle di successione. Per i lavoratori dipendenti c’è un sistema di assistenza (sanitario e pensionistico) in parte a carico del datore di lavoro.

Imposta reddito di società

Per le società l’aliquota applicata in generale è del 14%, ma per alcuni settori, come quello tessile e software, l’aliquota è ridotta al 10%. Ci sono delle differenze anche dovute alle zone in cui si svolge l’attività, che sono agevolate da condizioni particolari per il “libero scambio”. Si tratta di:

  • Rajin –Sonbong (ricca soprattutto di aziende sud coreane fino al momento della frattura del 2008);
  • Sinuiju per la Cina (anche in questo caso il progetto si è arenato);
  • Kumgang (dal punto di vista turistico);
  • la Zona industriale di Kaesong (per quanto riguarda l’aspetto industriale).

Queste ultime due zone sono effettivamente ‘attive’, ma rimane la difficoltà dettata dalla carenza delle infrastrutture. La Cina rimane il principale partner della Corea del Nord e il principale esportatore ed importatore (vedi anche Guida alle società di comodo).

Accordi bilaterali

L’Italia è stato il primo Paese del G7 e della Ue a fare accordi con la Corea del Nord, seguita via via dagli altri, dai quali sono rimasti fuori comunque la Franca e l’Estonia. All’inizio del 2000 sono stati firmati con l’Italia l’Accordo per la Promozione e Protezione degli Investimenti ed anche un “Accordo Quadro di Cooperazione Economica”.