Investire in un conto deposito: caratteristiche, remunerazione e sicurezza

Che differenza c’è tra un conto deposito e un conto corrente (compresi quelli ad elevata remunerazione)?

In entrambi i casi si tratta di conti bancari di tipo “corrente”, che nascono quindi per consentire la gestione della liquidità dei titolari (di norma si possono avere anche più intestatari, con un numero massimo che, a seconda della banca, può essere di due o 4 persone). Ovviamente rientrando tra i “rapporti bancari” non si può aprire un vero e proprio conto deposito ad esempio con ‘Poste Italiane’, che sopperisce a questa mancanza tramite l’uso dei libretti postali.

L’apertura di un conto deposito oggi può essere effettuata comodamente online (come ampiamente dimostrato soprattutto nelle fasi di debutto con il Conto Arancio di Ing Direct), e non sempre impone l’esistenza e la titolarità di un conto vero e proprio di appoggio, visto che alcune banche permettono di utilizzare come base l’uso di carte conto (un esempio lo troviamo con CheBanca).

Come individuare quello migliore?

La risposta è solo apparentemente semplice, visto che si potrebbe pensare di confrontare semplicemente i rendimenti delle varie proposte presenti in un dato momento, ed attendere, dopo l’apertura, che gli interessi maturati vengano accreditati. In realtà le varie proposte delle banche non sono sempre direttamente confrontabili, sia perché in alcuni casi si hanno interessi calcolati e liquidati in modo anticipato sui conti deposito vincolati (che sono quelli che permettono di raggiungere le maggiori remunerazioni, rispetto a quelli liberi che offrono, tranne per alcune promozioni, davvero poco) mentre nella maggioranza dei casi sono posticipati (liquidati alla scadenza del vincolo), e sia per le condizioni da rispettare per ottenere i rendimenti più appetibili che, solo in parte, sono legati alla durata del vincolo scelto (vedi anche Come investire oggi). Ci sono quindi alcuni elementi da valutare con attenzione cioè:

  • 1- Il tasso di interesse proposto è netto o lordo, ed è anticipato o posticipato?
  • 2- Quali sono i costi di gestione del conto (non sempre si tratta di prodotti realmente a costo zero)?
  • 3- Per i vincoli ci sono penali in caso di svincolo anticipato oppure si applica il tasso di quello libero (in questo caso si deve considerare quello a regime che generalmente risulterà molto basso se non addirittura nullo)?
  • 4- L’imposta di bollo è a carico della banca oppure del titolare del rapporto?

Una volta data una risposta a ciascuna di queste domande, bisogna considerare altri due aspetti:

  • Il primo è legato al livello del tasso applicato in funzione del vincolo, visto che spesso tra un vincolo a 12 mesi e uno a 18 o 24 mesi la differenza è veramente poca. In quest’ottica è preferibile scegliere quello a 12 e poi fare una nuova valutazione con le offerte che anche altre banche potrebbero proporre;
  • Se si hanno ingenti somme, è comunque necessario cercare di non fare depositi superiori ai 100 mila euro, specialmente se ci si fa allettare da elevati tassi proposti da banche ‘a secco’ di liquidità (come successo con Banca Marche), che potrebbero trovarsi in una situazione di difficoltà, viste le novità sul bail in. Infatti, anche se per il prelievo forzoso si segue il criterio di rischio, che metterebbe le giacenze sui conti deposito in coda alla procedura, mantenendosi sotto i 100 mila euro non ci si dovrà comunque mai preoccupare (vedi anche Sicurezza conto deposito estero).