Ben 19 imposte e un sistema tra i più articolati: il risultato delle varie riforme in Cina

Da una parte l’esigenza di dotarsi di un sistema fiscale di stampo fortemente “socialista” e dall’altro la necessità di spingere sulla crescita economica, veicolata necessariamente dal successo e dallo sviluppo delle imprese.

Capitale Pechino
Lingua Cinese (mandarino)
Moneta Yuan (renminbi)
Forma Istituzionale Repubblica popolare
Imposte principali
  • Persone fisiche misto dal 3% al 45%
  • Per le società 15%, 20%, 25%

Soprattutto in funzione di questi due aspetti il governo cinese è stato costretto a modificare e riformare il sistema fiscale a più riprese, spesso per superare criticità o adattarsi alle rinnovate esigenze contingenti, il che ha portato, ad oggi, alla coesistenza di ben 19 imposte differenti.

Oltre alle imposte dirette sui redditi, le persone fisiche sono sottoposte al pagamento di numerose imposte indirette. Per quanto riguarda i redditi da lavoro, vengono applicate le stesse aliquote tanto per i residenti che per i non residenti (questi ultimi sono in capo ai redditi prodotti in Cina).

Al di sotto degli 800 yuan si è esenti. Il sistema è a scaglioni puro, con aliquote che partono dal 3% ed arrivano, in quello massimo, al 45% (per redditi che superano 80.000 yuan). I redditi da capital gain sono tassati con aliquota al 10%, compresi dividendi e royalties (per queste e per gli interessi viene aggiunto un 5%).

Imposta reddito di società

Sono previste tre aliquote. Quella più elevata è del 25% ed è applicata alla maggioranza delle società. Quella del 20% è invece applicata sui redditi prodotti dalle imprese di piccole dimensioni, ed infine vi è quella agevolata al 15% destinata alle sole imprese impegnate nel settore tecnologico e che siano di nova costituzione. Le società non residenti godono di una serie di incentivi fiscali (vedi anche Scatole cinesi), che variano in funzione del settore di appartenenza. Anche l’ufficio di rappresentanza è, nella maggior parte dei casi, soggetto a imposizione fiscale, con aliquote differenti i base alla classificazione in tre categorie: Actual income, Grossing up of expenditures e “Profit basis”.

Imposta sul valore aggiunto

L’iva ordinaria ha un’aliquota del 17%, mentre è applicata una ridotta ad alcuni beni come quelli agricoli, con valore fissato al 13%. Al vaglio altre aliquote ridotte.

Accordi Internazionali

Con l’Italia sono stati stipulati numerosi accordi, che riguardano la doppia imposizione fiscale, modalità di incentivazione degli investimenti, forniture di beni e servizi. Alcuni di questi accordi non comprendono però i territori di Hong Kong e Macao.