La guida al mondo offshore
Capitale | Oranjestad |
Lingua | Papiamento, Olandese |
Moneta | Fiorino arubano |
Forma Istituzionale | Governatorato dei Paesi Bassi |
Imposte principali |
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Per l’individuazione dei redditi da tassare si segue il sistema del world wide taxation. I residenti (coloro che vi hanno stabilito la propria dimora abituale e il centro dei propri interessi, affettivi, economici, ecc) vedono tassati i proventi ovunque prodotti, mentre i non residenti solo quelli ivi generati, ma con numerose esenzioni a seconda del tipo di origine dei proventi stessi. Il reddito imponibile viene tassato in modo progressivo, tramite un articolato sistema di aliquote, organizzate a scaglioni, che vanno 7% al 58,95%. Sono presenti anche riduzioni in casi particolari, legati principalmente a chiare situazioni di difficoltà economica. Nel rispetto di quanto disposto dalla Ue, sui proventi sotto forma di capital gain per i non residenti, c’è la tassazione alla fonte con aliquota fissa al 35%.
Nonostante l’avvenuto superamento della distinzione tra società offshore e onshore, le prime continuano ad ottenere notevoli agevolazioni, fino all’esenzione dalla tassazione, nel caso in cui gli utili siano prodotti al di fuori del suo territorio e che la guida della società non sia occupata da residenti. Invece le società residenti sono tassate con aliquota del 28% (tassazione sui redditi ovunque prodotti). Al verificarsi di condizioni specifiche, c’è l’esenzione dei dividendi, altrimenti si procede con la tassazione ordinaria.
L’imposta sui dazi è del 12%. L’Iva è invece minima, fissata all’1,5%, con liquidazione degli importi effettuata mensilmente.
A partire dal 2013 Aruba ha cambiato approccio, diventando molto più aperta alla collaborazione con gli altri Stati, procedendo alla stipula di numerosi accordi bilaterali (vedi anche Accordi contro la doppia imposizione fiscale). Per quanto riguarda l’Italia tuttavia permane nella Black List per le Controlled Foreign Companies.