Paradisi offshore: conviene trasferirsi ad Antigua Barbuda?

Uno dei trenta Paesi confermati nella lista nera della Ue, perché poco o per nulla cooperanti e di fatto ancora considerati dei Paradisi Fiscali, è proprio rappresentato da Antigua e Barbuda. A livello di tassazione è applicato un sistema abbastanza articolato, che si basa anche su una serie di esenzioni di vario tipo, che quasi sempre coinvolgono le rendite finanziarie, tranne poche eccezioni.

Capitale Saint John’s
Lingua Inglese, creolo inglese
Moneta Dollaro dei caraibi orientali
Forma Istituzionale Monarchia costituzionale – Commowealth
Imposte principali
  • Imposte sulle società con aliquota ordinaria al 25%
  • Imposte sui redditi a scaglioni dallo 0% al 25%
  • Iva ordinaria al 15%

Tassazione in Antigua e Barbuda

Il sistema di tassazione è strutturato su un meccanismo a scaglioni e forme di esenzioni per i redditi personali. Per quelli sulle società si applica generalmente l’aliquota ordinaria, ma anche in questo caso si può rientrare in un caso di esenzione.

Infine sono previsti dazi sulle importazioni, e l’Iva che è pari al 15%, ma ci sono casi in cui scende al 12,5% per quella agevolata. I proventi da dividendi possono essere esenti, al ricorrere di alcune ipotesi (soprattutto occasionalità). Le IBC in generale sono esenti completamente dalla tassazione.

Per i redditi di persone fisiche i redditi da strumenti finanziari (interessi, capital gain, ecc) non sono assoggettati a tassazione, mentre gli altri redditi, per i non residenti, sono sottoposti all’aliquota forfettaria del 25%.

Imposta reddito società

Per i proventi da società si applica l’aliquota ordinaria, del 25%. Nel computo della base imponibile (per le società non residenti comunque si tassano solo i redditi prodotti localmente) non si considerano capital gain, dividendi, ecc se hanno carattere non ricorrente, altrimenti sono sottoposti sempre all’aliquota del 25%.

Imposta sulle importazioni

Le esportazioni sono sottoposte a aliquota 0%, mentre le importazioni sono assoggettate all’Iva che è dovuta da chi raggiunga in 12 mesi consecutivi un valore di vendite pari ad almeno 300 mila dollari dei caraibi orientali.

Accordi internazionali

Antigua e Barbuda dal 2010 è diventata abbastanza attiva sul piano degli accordi per evitare la doppia imposizione fiscale. Tra questi paesi ce ne sono diversi Europei (come Germania, i Paesi del Nord Europa, Belgio, Portogallo, per dirne alcuni) ma non l’Italia.